Piano Transizione 5.0: la rivoluzione degli incentivi con aliquote fino al 60% e cumulabilità ZES
La rivoluzione del Piano Transizione 5.0 sta per concretizzarsi attraverso un significativo emendamento al Decreto Fiscale (Decreto-legge n. 155 del 19 ottobre 2024). La proposta, che porta la firma del parlamentare Matteo Gelmetti di Fratelli d’Italia, partito del ministro Adolfo Urso, è stata presentata in Commissione Bilancio al Senato e promette di ridisegnare completamente il panorama degli incentivi per l’innovazione industriale in Italia. L’iniziativa rappresenta una svolta fondamentale nelle politiche di sostegno alla transizione tecnologica ed energetica delle imprese italiane.
La struttura della riforma Transizione 5.0: elementi fondamentali
La riforma introduce cambiamenti sostanziali che mirano a semplificare e potenziare il sistema degli incentivi. I punti cardine includono la riduzione degli scaglioni di investimento, l’incremento significativo delle aliquote che raggiungono il 60%, maggiori vantaggi per gli investimenti nel fotovoltaico e, per la prima volta, la possibilità di cumulare gli incentivi con quelli previsti per la ZES. Un aspetto particolarmente rilevante è la retroattività delle modifiche, che garantisce l’applicazione dei nuovi benefici anche alle pratiche già avviate.
Applicazione retroattiva: vantaggio immediato per le imprese
La retroattività delle nuove disposizioni rappresenta un elemento di particolare interesse per le imprese che hanno già avviato o concluso i loro progetti di innovazione. Tutte le modifiche previste dall’emendamento si applicheranno infatti anche alle pratiche iniziate a partire dal 1° gennaio 2024, offrendo così un immediato beneficio anche per gli investimenti già effettuati o in corso di realizzazione. Questa scelta dimostra la volontà di garantire un sostegno immediato e concreto al tessuto industriale italiano.
Rivoluzione negli scaglioni e nelle aliquote
Il nuovo sistema semplifica drasticamente la struttura degli incentivi, passando dagli attuali tre scaglioni a soli due livelli di investimento:
- Primo scaglione: investimenti fino a 10 milioni di euro
- Secondo scaglione: investimenti da 10 a 50 milioni di euro
Questa semplificazione si accompagna a un sostanziale incremento delle aliquote, pensato per rendere più attrattivi gli investimenti anche oltre la soglia dei 2,5 milioni di euro.
Transizione 5.0: analisi dettagliata delle nuove aliquote
Investimento | Prima fascia Vecchie/Nuove | Seconda fascia Vecchie/Nuove | Terza fascia Vecchie/Nuove |
---|---|---|---|
Fino a 2,5M | 35%/50% | 40%/55% | 45%/60% |
2,5M-10M | 15%/50% | 20%/55% | 25%/60% |
10M-50M | 5%/15% | 10%/20% | 15%/25% |
La logica dietro questa ristrutturazione è chiara: incentivare le imprese ad aumentare il volume degli investimenti, rendendo conveniente superare la soglia dei 2,5 milioni anche per chi si “accontenta” della fascia minore di efficientamento energetico. È significativo notare che la nuova aliquota minima del 50% per la terza fascia supera l’attuale aliquota massima del 45% per la prima fascia.
Potenziamento del settore fotovoltaico
Le modifiche al sistema di incentivazione del fotovoltaico sono particolarmente significative, con un incremento sostanziale delle maggiorazioni per tutte le tipologie di impianti:
Tipologia di Impianto | Maggiorazioni Attuali | Nuove Maggiorazioni |
---|---|---|
Pannelli con efficienza ≥21,5% prodotti in UE | 100% | 130% |
Moduli con celle, efficienza ≥23,5% prodotti in UE | 120% | 140% |
Moduli bifacciali ad eterogiunzione o tandem, efficienza ≥24,0% prodotti in UE | 140% | 150% |
Questo sistema di maggiorazioni può portare a scenari particolarmente vantaggiosi. In caso di massima ottimizzazione, un’impresa potrebbe raggiungere un’aliquota del 90% combinando l’aliquota del 60% sui beni trainanti con pannelli di tipo c) che godono della maggiorazione del 50%. Anche in uno scenario più conservativo, un’impresa che si attesti sull’aliquota del 50% per i beni trainanti e opti per pannelli di tipo a) potrà comunque beneficiare di un’aliquota del 65% grazie alla maggiorazione del 30%.
Innovazione nella cumulabilità con la ZES
Una delle novità più rilevanti è il superamento del divieto di cumulabilità con gli incentivi ZES nel Mezzogiorno. Questa modifica rappresenta un cambio di paradigma significativo, permettendo alle imprese del Sud Italia di accedere a entrambe le agevolazioni, sempre nel rispetto del limite massimo del 100% del totale dell’investimento. Questa apertura potrebbe generare un effetto moltiplicatore sugli investimenti nelle regioni meridionali.
Elementi ancora da definire
Nel quadro complessivo della riforma, restano due questioni aperte di particolare rilevanza:
- La proroga delle scadenze: si attende ancora la conferma dell’estensione dal 31/12/2025 al 30/04/2026
- La gestione multiprogetto: non è stata ancora introdotta la possibilità per le imprese di gestire più progetti di innovazione contemporaneamente
Processo legislativo e prospettive future
L’iter di approvazione dell’emendamento seguirà il seguente percorso:
- Esame e approvazione in Commissione Bilancio
- Votazione nell’aula del Senato
- Passaggio alla Camera dei Deputati
- Conversione definitiva in legge, prevista entro il 18 dicembre 2024
Data la natura dell’emendamento, sviluppato in stretta collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e con il supporto di Confindustria, si prevede un’alta probabilità di approvazione senza modifiche sostanziali. Tuttavia, è importante seguire l’evoluzione del processo legislativo per eventuali aggiustamenti durante l’iter parlamentare.