Transizione 4.0 e 5.0: scadenze e futuro degli incentivi

Transizione 4.0 e transizione 5.0, i decreti in arrivo e il futuro delle misure

L’evoluzione dei piani transizione 4.0 e transizione 5.0 è al centro dell’attenzione del sistema produttivo italiano. Con il tetto massimo introdotto dalla legge di bilancio, il ritardo della piattaforma per gli acconti e i negoziati in corso con l’Unione Europea, le due misure vivono un momento di profonda trasformazione e incertezza.

Transizione 4.0: il decreto e la gestione delle risorse

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un limite massimo di spesa per il piano transizione 4.0, fissando un tetto di 2,2 miliardi di euro, da cui sono escluse solo le aziende che abbiano versato un acconto pari almeno al 20% del costo dell’investimento entro il 31 dicembre 2024.

È in fase di sviluppo una piattaforma informatica per la gestione degli acconti e delle prenotazioni. La complessità dell’integrazione dei dati pregressi con quelli futuri, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, ha richiesto un forte impegno organizzativo.

Il decreto attuativo, che disciplinerà nel dettaglio la nuova versione del piano, è stato finalizzato ed è atteso a breve, forse già entro la settimana. Sarà introdotto anche un nuovo codice tributo per la compensazione delle agevolazioni legate agli investimenti effettuati nel 2025.

La tutela delle domande già presentate

Un nodo cruciale è quello delle domande già presentate prima dell’attivazione della nuova piattaforma. Le imprese che non hanno versato l’acconto entro il 2024, ma hanno effettuato una prenotazione, dovranno ripresentare la domanda sulla nuova piattaforma entro 30 giorni dalla sua attivazione.

Queste aziende potranno mantenere la priorità cronologica acquisita, un aspetto fondamentale considerando l’esiguità del plafond disponibile. Al termine dei 30 giorni, l’amministrazione avrà una visione chiara di quante risorse siano state impegnate e quante restino ancora da assegnare.

Nonostante il numero elevato di prenotazioni già effettuate, si spera che ci sia ancora spazio residuo per far funzionare la misura fino a fine 2025. Tuttavia, l’effetto scarsità potrebbe generare un picco di domande appena la piattaforma sarà operativa.

Transizione 5.0: assorbimento, scadenze e negoziati PNRR

Il piano transizione 5.0, incentrato sulla doppia transizione digitale e green, ha iniziato a ingranare. Secondo i dati GSE, gli investimenti attivati si avvicinano rapidamente al miliardo di euro, con un tasso di assorbimento settimanale in crescita costante.

Il piano è più complesso di transizione 4.0 perché è legato al PNRR e a RepowerEU, e prevede requisiti stringenti di sostenibilità e risparmio energetico.

Le FAQ pubblicate a novembre, febbraio e aprile hanno chiarito molti dubbi, e il sentiment attuale è positivo. Tuttavia, la scadenza a fine anno potrebbe rallentare l’adozione della misura nella seconda metà del 2025, specialmente per progetti complessi e su misura.

Per questo motivo, è in corso un negoziato tra il governo italiano e la Commissione Europea per ottenere una proroga alle scadenze previste nella Council Implementing Decision. L’obiettivo è concedere più tempo alle imprese per completare gli investimenti, senza perdere l’accesso agli incentivi.

Il nodo delle risorse

Un altro tema chiave riguarda l’effettiva disponibilità di risorse. Dei 6,3 miliardi di euro inizialmente previsti per transizione 5.0, si stima che entro fine anno saranno spesi solo tra i 3 e i 3,5 miliardi. Le risorse non spese saranno probabilmente riallocate su altre misure del PNRR. La cifra di riferimento per la prosecuzione sembra essere 3,3 miliardi, ma tutto dipenderà dall’esito dei negoziati europei.

Un’eventuale redistribuzione dei fondi da transizione 5.0 a transizione 4.0 risulta improbabile, perché le finalità delle due misure sono differenti. Transizione 5.0 è green e rientra nel RepowerEU, mentre transizione 4.0 no.

Un rifinanziamento del piano 4.0 richiederebbe una ristrutturazione politica complessiva del PNRR, per la quale non ci sono indicazioni concrete al momento.

Oltre il 2025: le prospettive future

Con la scadenza naturale del piano transizione 4.0 fissata al 2025, il governo guarda già al futuro. È in corso una riflessione su quali strumenti attivare dal 2026 per sostenere l’innovazione e la competitività delle imprese italiane.

Non è ancora chiaro se ci sarà una nuova misura strutturale, una rimodulazione del piano 5.0 o un mix tra strumenti fiscali e contributivi. Tuttavia, è evidente che la politica industriale italiana dovrà continuare a sostenere digitalizzazione, sostenibilità e competitività, pur con risorse più limitate e vincoli europei più stringenti.

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