Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato che nella prossima legge di bilancio arriverà una misura unica per sostituire i piani Transizione 4.0 e Transizione 5.0, con un nuovo incentivo pluriennale finanziato interamente da risorse nazionali. L’obiettivo è dare maggiore stabilità al sistema produttivo italiano, superando i vincoli e le scadenze rigide del PNRR, e includendo finalmente anche le imprese energivore.
La fine di Transizione 5.0
Il piano Transizione 5.0, finanziato con 6,3 miliardi di euro dal capitolo Repower EU del PNRR, ha accelerato la twin transition (digitale ed ecologica), ma ha imposto limiti stringenti:
- gli investimenti devono essere completati entro il 31 dicembre 2025;
- la proroga appare ormai poco probabile;
- le regole del principio europeo Do No Significant Harm (DNSH) hanno escluso o fortemente limitato settori cruciali come siderurgia, ceramica, carta e chimica.
Un paradosso: proprio i comparti hard-to-abate, che più necessitano di investimenti per la decarbonizzazione, hanno avuto meno accesso agli incentivi.
Una nuova misura strutturale per la twin transition
La nuova misura proposta dal Governo avrà tre caratteristiche centrali:
- orizzonte temporale esteso: incentivi programmati su 3 o 5 anni, offrendo stabilità alle imprese;
- finanziamento nazionale: risorse proprie dell’Italia, senza dipendere dai vincoli del PNRR;
- inclusione degli energivori: possibilità di accesso anche per le filiere a forte consumo energetico, che potranno intraprendere percorsi di riduzione delle emissioni e di efficientamento energetico.
Questa impostazione consentirà alle aziende di pianificare con maggiore sicurezza gli investimenti pluriennali in tecnologie, processi digitali e sostenibilità.
L’ipotesi di un’architettura a tre stadi
Secondo le prime indiscrezioni, il nuovo incentivo potrebbe basarsi su un modello modulare a tre componenti:
- incentivo base per la trasformazione digitale
- simile a Transizione 4.0;
- credito d’imposta con aliquota ridotta rispetto al passato;
- finalizzato a sostenere la digitalizzazione dei processi produttivi.
- modulo dedicato alla transizione green
- premia gli investimenti che portano a risparmio energetico significativo;
- procedure più semplici e snelle;
- focus sui risultati concreti (risparmio energetico e diversificazione delle fonti).
- premialità per la twin transition
- incentivo aggiuntivo per le imprese che raggiungono obiettivi digitali ed ecologici insieme;
- la digitalizzazione come abilitatrice della sostenibilità e viceversa.
Questo schema renderebbe l’incentivo flessibile, adattabile all’impatto dei progetti e utile per rafforzare la sovranità tecnologica e la resilienza energetica dell’Italia.
La sfida per il governo
La riuscita della misura dipenderà da due fattori chiave:
- individuare risorse adeguate per rendere l’incentivo competitivo e interessante per le imprese;
- scrivere una normativa chiara ed esecutiva fin dall’inizio, evitando incertezze interpretative e complessità burocratiche.
Affidati a Keynesia
Con questo nuovo piano, l’Italia potrebbe finalmente dotarsi di una politica industriale più solida e a lungo termine, capace di accompagnare le imprese nella doppia transizione digitale ed ecologica, senza penalizzare i settori energivori.
Keynesia Tax Review e Keynesia Energy affiancano i gruppi di imprese nei loro investimenti al fine di progettare i propri investimenti e massimizzare le agevolazioni per la sostenibilità energetica, fornendo un servizio completo al cliente finale.